Le bugie sulla dieta mediterranea
Teodoro Miano, Roberto Capone, Sandro Dernini, CIHEAM, Parigi
L’articolo di Alessandro Ford (Politico, 4 febbraio 2025) afferma che la “Dieta mediterranea è una bugia“.
Questa affermazione deriva da una confusione tra gastronomia, prodotti alimentari e la dieta mediterranea, che è erroneamente percepita come una semplice dieta sana. Questa visione distorta ignora i fattori produttivi, ambientali, culturali ed economici che sono parte integrante del complesso quadro di riferimento della dieta mediterranea. Nel Mediterraneo, il cibo è sempre stato un elemento di incontro, dialogo, scambio e sviluppo tra popoli e civiltà. La relazione tra persone, cibo e territorio si manifesta attraverso i bisogni nutrizionali, gli ecosistemi di produzione alimentare e la cultura. Le culture alimentari mediterranee, compresa la conoscenza di agricoltori e pescatori, si sono formate attraverso secoli di interazioni e scambi tra diverse tradizioni. La dieta mediterranea, un patrimonio condiviso da tutte le popolazioni del Mediterraneo, non solo dagli italiani, rischia di scomparire senza adeguate misure di protezione e promozione.
Nel 2010, l’UNESCO lo ha riconosciuto come patrimonio culturale immateriale dell’umanità, grazie a una candidatura transnazionale presentata da Spagna, Grecia, Marocco e Italia, evidenziando il suo valore culturale e nutrizionale. Questo riconoscimento è stato fortemente sostenuto dal CIHEAM (Centro internazionale per gli studi agronomici mediterranei avanzati) e dai ministri dell’agricoltura dei tredici paesi membri del Mediterraneo, poiché la dieta mediterranea rappresenta l’identità culturale di queste popolazioni e il fondamento del loro modello alimentare tradizionale, che è in continua evoluzione.
A seguito del dibattito internazionale sulla salvaguardia della dieta mediterranea, CIHEAM, in collaborazione con la FAO e altre istituzioni, ha condotto uno studio del 2011 che ha analizzato la dieta mediterranea come modello di cibo sostenibile, evidenziando i suoi benefici per la salute, l’ambiente, l’economia, la società e la cultura, promuovendo la transizione verso sistemi alimentari sostenibili e portando alla creazione della piattaforma SFS-MED nel 2021 in collaborazione con FAO, UfM e Fondazione Prima.
Per proteggere e valorizzare la dieta mediterranea, nel 2015 CIHEAM ha lanciato l’iniziativa “The Mediterranean Diet EXPO 2015 CALL” e, tra il 2016 e il 2022, ha organizzato tre conferenze mondiali sulla rivitalizzazione della dieta mediterranea. Queste iniziative hanno portato alla formazione della “Med Diet Joint Task Force” tra FENS (Federazione delle società alimentari europee), IUNS (Unione internazionale delle scienze nutrizionali) e CIHEAM, con l’obiettivo di combattere il declino della dieta mediterranea e promuoverne l’adozione e la sostenibilità. Affermare che la dieta mediterranea è “morta” significa accelerare il suo declino e annullare gli sforzi per salvaguardare questo patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Il problema principale è che l’ecosistema di istituzioni e comunità sovranazionali, nazionali e locali, compresi i media (come evidenziato nell’articolo in questione), non contribuiscono alla creazione di un “ambiente alimentare” favorevole. Un tale ambiente dovrebbe garantire che gli alimenti, le bevande e i pasti che contribuiscono a una dieta sana e sostenibile (come la dieta mediterranea) siano facilmente disponibili, accessibili, convenienti, appetibili e ampiamente promossi.