La Dieta Mediterranea viene da molto lontano: dal mondo greco, latino e da tutto l’antico bacino del Mediterraneo ed è una dieta che ha le sue radici addirittura nella religione perché una volta per gli uomini il cibo era considerato una cosa sacra, un dono degli Dei.
Alla base della Dieta Mediterranea ci sono tre elementi, la cosiddetta Triade Mediterranea: grano, olio e vino. Ciascuno di questi tre elementi è legato al dono di un Dio.
GRANO: ll Grano è legato alla dea Demetra che viene da “de-meter” cioè la “madre di tutto”, la madre delle messi, della vegetazione, quindi la dea più provvida, che ha il ventre gonfio come una donna e che produce ogni volta una nuova messe.
Il grano è una delle prime piante domesticate dall’uomo. La coltivazione del grano ha origini antichissime ed è iniziata con la selezione e la propagazione di sementi ricavate da varietà selvatiche particolarmente resistenti. Le varietà originarie erano il grano Triticum monococcum (volgarmente denominato piccolo farro) e l’emmer (Triticum dicoccum detto anche farro medio). La diffusione di queste piante a uso alimentare ha innescato grandi cambiamenti culturali in tutto il mondo. Con il passare del tempo il grano è andato incontro a una serie di modifiche per meglio soddisfare le esigenze dell’uomo e per fare fronte alle sfide che riserva il futuro. La selezione delle piante e le moderne tecniche agricole hanno permesso di ottenere un raccolto più copioso. Ma anche il ciclo vegetativo, il punto di maturazione, la resistenza alle malattie e le qualità di panificazione sono migliorate.
Oltre al mais e al riso, il grano è tra le piante a uso alimentare più importanti per l’alimentazione umana ed è coltivato in tutti i continenti del mondo. Spetta al grano la superficie di coltivazione più vasta.
OLIO: L’Olio è un dono di Atena, vergine per antonomasia, figlia di Zeus, il re degli Dei. Simbolo di legami privati e di pubbliche virtù, di lealtà e di fedeltà. L’olio di oliva è il succo ottenuto dalla spremitura del frutto dell’olivo (Olea europaea), mediante processi meccanici (pressione delle olive) o altri processi fisici (lavaggio, decantazione, centrifugazione e filtrazione), in condizioni termiche controllate.
Questo prodotto naturale è uno dei simboli della tradizione gastronomica del nostro Paese, oltre che un’autentica icona della dieta mediterranea. Per tutelarne la qualità, ogni lotto di olio prodotto e venduto in Europa deve rispettare rigorosi parametri, stabiliti dalla Comunità Europea (tramite il Regolamento 2568/91 e le sue successive modifiche). Questi parametri si traducono in una classificazione commerciale degli oli di oliva. La Comunità Europea classifica l’olio di oliva in base a tre elementi: il tipo di estrazione con cui l’olio è stato ottenuto, la sua composizione, tra cui la percentuale di acidità libera (un parametro misurato tramite l’analisi chimica) e l’analisi organolettica.
VINO: Il vino è un dono di Dioniso, il dio che mette un po’ di scompiglio, come fa il vino portando un po’ di ebbrezza un fermento divino in tutti i sensi. Secondo Plinio il Giovane, per trattare di un luogo bisogna conoscerne le erbe e prima ancora discutere dei suoi vini. Se nel vino c’è l’essenza del luogo possiamo dire che la Campania tutta è la Patria di Bacco. La bevanda che spumeggia nelle coppe è un dono di Dioniso, per i romani Bacco, il dio straniero per antonomasia, che irrompe nella scena mitologica mascherato per portare agli uomini il suo dono prezioso. Ma anche pericoloso perché il nume dell’ebbrezza e della forza vitale introduce nella società un caos positivo, un disordine creativo che è necessario accettare, ma che è altrettanto necessario saper controllare. Dioniso insomma rappresenta il bios allo stato nascente ed effervescente. Succo della vite e succo della vita. Proprio come fanno i Greci, quando diluiscono la bevanda alcolica per controllarne il potere inebriante. In questo senso si può dire che se la civiltà misura il vino, il vino misura la civiltà.